I cani sono, per loro natura, esseri molto adattabili, basti pensare che spesso si adattano a vivere in contesti per loro “strani” come quelli urbani che gli imponiamo noi. E lo fanno da subito, pensate ad un cucciolo quando lo portiamo a casa dopo averlo adottato togliendolo dalla cucciolata, ci mette pochissimo a capire i nostri ritmi e ad adattarsi al nuovo ambiente, seppur con una specie diversa dalla sua: l’uomo.
E questo adattamento lo mantengono anche da adulti ed anche in condizioni “critiche”; negli ultimi anni ho avuto diverse esperienze lavorative con cani che sono stati adottati dai canili, oltre alla collaborazione che porto avanti con il Weimaraner Rescue Italia per cui mi occupo di educare o rieducare i cani che prendono in carico e sono in stallo presso il canile di San Patrignano. In tutti i casi che ho seguito ho notato diverse analogie nel modo di vivere i cambiamenti da parte dei cani stessi. Ovviamente ogni soggetto ha il proprio modo di rapportarsi alle nuove esperienze e non è possibile generalizzare in modo assoluto.
Quando vengono portati in canile il periodo di adattamento dura tra i sette e i dieci giorni, e sono giorni in cui il cane è nervoso, spaesato, ha perso i suoi punti di riferimento abituali e questo amplifica lo stress e la frustrazione, vengono amplificati i lati “negativi” del carattere. Spesso si mostrano impauriti se già erano timorosi, diffidenti verso gli estranei, possono mostrare un’aggressività più accentuata. Ritengo che in questo lasso temporale sia meglio non fare richieste al cane, non iniziare alcun tipo di lavoro, solo fargli capire qual è la nuova routine ed osservarlo nel nuovo ambiente. Con alcuni soggetti è necessario utilizzare molta cautela anche quando si svolgono le normali operazioni di accudimento.
Dopo i primi sette – dieci giorni inizierà a mostrare il suo “vero io”, ed anche in questa fase l’osservazione è fondamentale, la modalità di risposta alle proposte che faccio al cane inizieranno a dirmi molto di quell’individuo e così si può iniziare a costruire un vero programma di lavoro.
In ogni caso che mi si presenta preferisco fare un lavoro che aiuti a scaricare tensione come semplici ricerche olfattive, gioco, un po’ di lavoro al guinzaglio, a San Patrignano abbiamo la fortuna di poter portare i cani anche a fare passeggiate in ambiente naturale e questo giova molto, quindi ove possibile lo consiglio vivamente. Nei casi di cani molto timidi il lavoro può anche comportare solo un inizio di conoscenza reciproca e condivisione di uno spazio comune. Procedendo in questo modo , lentamente, ma con costanza il cane “si apre” ed iniziano i primi miglioramenti, seppur vengano a galla anche i problemi di comportamento che eventualmente erano stati mostrati nella situazione precedente. Questo ci permette di portare il focus sui problemi e quindi, mano a mano lavorare in direzione della risoluzione degli stessi.
Se si trova la giusta chiave di lettura per il cane e si lavora con costanza, nell’arco di due – tre mesi c’è un cambio generale dello stato emotivo e del comportamento, questo sarebbe il momento adatto per l’inserimento in una nuova famiglia: sono convinta che, giunto ad un certo punto, il percorso potrebbe prendere una vera e propria impennata se il cane viene inserito nel contesto famigliare adeguato. Di sicuro il rapporto uno a uno e una routine quotidiana senza la condizione di stress che a volte si respira tra i box di un canile potrebbe agevolare ancora di più l’equilibrio psicofisico.
Quando il cane arriva nella nuova famiglia inizia la cosiddetta “luna di miele” e dura dai quindici giorni fino al mese e mezzo. Anche questo è un momento di adattamento ad una nuova situazione, ma migliorativa, da un punto di vista emotivo, come abbiamo già detto sopra inizia un rapporto più esclusivo con le persone, non c’è quell’alone di stress che talvolta è presente in un canile quindi tutto sembra andare bene ed il cane sembra tollerare qualsiasi situazione; per i nuovi proprietari è però un periodo fondamentale per la loro vita futura insieme al nuovo adottato: così com’è avvenuto all’arrivo in canile anche a casa il cane deve capire quale sarà la sua nuova routine, frequentemente le persone cadono in facili pietismi “poverino era in canile, poverino chissà come stava male, ecc”, si fanno concessioni che altrimenti verrebbero vietate, si lascia correre, ma questo comportamento potrebbe portare il cane alla condizione precedente l’ingresso in canile, quindi potrebbero di nuovo tornare problemi di comportamento. Consiglio quindi ai nuovi adottanti di seguire i suggerimenti di chi ha seguito il cane nel percorso in canile, osservare per i primi 15 giorni e poi eventualmente riprendere un percorso seguiti dall’educatore.